Il pensiero più comune è che la qualità di qualsiasi allenatore è direttamente correlata al successo della sua squadra. Questa mi sembra un’affermazione ovvia, ma per la maggior parte degli allenatori di rugby in Italia, in particolare quelli che allenano una squadra giovanile, il risultato di qualsiasi partita è forse il parametro più errato per misurare l’efficacia di un allenatore.N.B : Cosa possiamo fare per valutare l’efficacia di un allenatore?1. Presenze di giocatori agli allenamenti (se continuano a venire agli allenamenti vuol dire che c’è qualcosa che determina in loro interesse , piacere.)2. Controllare se gli allenatori programmano i loro allenamenti, se stanno seguendo un tipo di programmazione..
3. Controllare il tempo che l’allenatore parla in campo, valutare il tempo giocato (dove i ragazzi fanno qualcosa – vedere video di Sergio Zorzi sull’intensità)
4. Portare a compimento una serie di controlli sul piano dello sviluppo dei giocatori (scrivo su questa cosa in futuro)La dimensione fisica dei giocatori coinvolti nel rugby giovanile è un tema problematico per la maggior parte delle nazioni che giocano a rugby. A causa dei diversi tempi di sviluppo fisico, in cui i giocatori crescono, ci saranno sempre atleti differenti fisicamente tra loro. E’ naturale che un giocatore forte fisicamente nella fase puberale avrà un dominio sul giocatore meno fisico. In Italia questa problema è due volte più problematico, a seguito della categorizzazione dei giocatori per biennio ( due anni di nascita ) , U6, U8, U8, U10 ecc . Negli altri paesi, per esempio in Francia, Inghilterra, Irlanda, Galles, Scozia, raggruppano i giocatori per anno di nascita, U6, U7, U8, U9 ecc).
In Italia, questo significa potenzialmente che un giocatore nato il 1 ° gennaio di un anno x può giocare con o contro, un giocatore nato il 31 dicembre dell’anno successivo, un enorme differenza di 720 giorni. In termini reali, per due giocatori in una squadra U10, questa differenza si può equiparare al 20% della loro vita!Nel breve termine, questo significa che le squadre che hanno giocatori più “vecchi “(e generalmente più grandi) vinceranno. A lungo termine significa che gli atleti più vecchi saranno sovra-rappresentati in squadre rappresentative, e cosa più importante, gli atleti più piccoli e più giovani saranno sotto-rappresentati.E ‘interessante notare che l’Italia è sempre stata conosciuta per avere una forte mischia chiusa, invece di un gruppo di trequarti forte, agile e abile. Forse c’è di chiedersi se vi sia qualche correlazione?E’ importante focalizzare la nostra attenzione come allenarsi su aspetti quali come ad esempio, la capacità di prendere e passare la palla, o placcare, o correre con la palla? ecc eccQuesti punti sono interessanti da analizzare , ma cosa vuole dire per noi allenatori?
1. Non confondere le differenze tra una capacità dei giocatori di performare nelle varie situazione di gioco di rispondere in maniera positivà contro individuali di differenze struttura fisica.
2. Non inibire lo sviluppo delle competenze dei giocatori più grandi, anche se un giocatore può raggiungere già un risultato desiderato. Per esempio, un giocatore che può segnare una meta correndo oltre giocatori più piccoli, deve imparare a battere un difensore, a passare il pallone tanto quanto un giocatore più piccolo, perché un giorno giocherà contro una squadra di giocatori di dimensioni simili in cui queste abilità saranno richieste.
3. Feedback per tutti : le prestazioni devono basarsi innanzitutto sullo SFORZO, piuttosto che sul risultato. Ciò significa che se un giocatore tenta di fare un placcaggio dando il meglio di se stesso, ma fa un errore, deve sapere che il suo sforzo era perfetto, ha solo bisogno di lavorare su una cosa tecnica.
4. Il primo obiettivo di qualsiasi allenatore di squadre giovanili deve essere che ogni giocatore dia il meglio di se stesso in assoluto ad ogni allenamento e ogni partita. Se questo significa che la squadra vince, allora va bene, se questo significa che la squadra perde, non ti preoccupare – continua a lavorare.
L’aspetto importante da ricordare è che dobbiamo aiutare ogni singolo giocatore a crescere come uomo. (se hanno la voglia di farlo ovviamente!). La forma del corpo, l’efficacia ed abilità di base corrente sono fattori che dobbiamo solo prendere in considerazione.
Sergio Zorzi, Priorita’.. “L’intensità dell’allenamento”
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