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Lo sport è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per la formazione degli individui, delle persone , ma come può essere fortemente educativo può rilevarsi altresì diseducativo. L’ importanza che riveste il ruolo dell’allenatore, della società, dell’ambiente o della famiglia risulta determinante per la costruzione della sfera affettiva e tecnica del giovane atleta.
Cosa indispensabile per la crescita dei nostri giovani atleti è la disciplina , i ragazzi devono nutrirsi di quelle norme e codici comportamentali ,che fanno parte di un gruppo sportivo e senza le quali non può esistere un concetto di “squadra”. Noto in un contesto generale, che il messaggio prioritario che alcuni “ allenatori professano si riassume in una sola parola : “VINCERE”, non importa come e in che modo. Sono fortemente convinto che i nostri ragazzi devono prima di tutto imparare, dunque allenarsi e giocare per acquisire nuove competenze per rinforzare il loro Feedback tattico, dove l’allenatore crea delle situazioni e i giocatori devono trovare la soluzione da soli (metodo induttivo).
Nel nostro Sport prevale sempre più la filosofia dell’allenatore autoritario, allenatori che si sostituiscono ai giocatori privandoli dell’istinto, della presa di responsabilità, in realtà facendo ciò annientano il processo decisionale dell’individuo che diventa indispensabile quando il rapporto di forze (fisico e strategico) tra due squadre opposte si equivale.
Sono dell’idea che l’allenatore che usa uno stile cooperativo e si relaziona con positività, entusiasmo e passione, facendo leva sulle motivazioni intrinseche dell’atleta riesca a far si che i ragazzi diano sempre il “meglio” di loro stessi per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.
Lo scopo e’ quello di imparare, senza l’assillo di non poter sbagliare per sviluppare delle qualità che subito possono non sembrarci utili, ma che attraverso la costanza ed il piacere li porteranno a successi molto più importanti di una vittoria fine a se stessa. Vincere è importante, ma non e la cosa più Importante. La formazione dell’individuo e l’accrescimento della sua autostima equivalgono alla vera Vittoria. L’accrescimento tecnico/tattico, la cultura del sacrificio, della fatica (fare per ottenere) collegato alla capacità di produrre emozioni (piacere di giocare, il noi prima dell’io) insegna ai nostri giocatori ad avere sicurezza nei loro mezzi, a non demordere alla prima difficoltà o rischio di non farcela e fortifica la convinzione che c’è sempre una soluzione a qualsiasi problema.
A tal proposito mi piace molto una citazione di un noto filosofo che afferma:
“La differenza tra ciò che sei e ciò che vorresti essere sta in una sola parola :
A G I R E
Buon Rugby
SZ13