Scritto da : Dott.ssa Da Lio Dalila
EDUCARE ALLO SPORT
Il fascino e il potere seduttivo operato da televisione e giornali che presentano gli atleti e lo sport come modelli –o da imitare e vere e proprie “stelle sportive” di cui conosciamo tutto (vita atletica e personale) fornisce un’attrattiva alla quale difficilmente i bambini-ragazzi riescono a sottrarsi. Tuttavia accanto a questa motivazione indotta, ma soprattutto non educativa, in cui fa a capo volgarità, mancanza di regole, violenza fine a se stessa , risse, mancanza di rispetto verso la squadra, l’arbitro e l’allenatore, lo sport deve essere riconosciuto come fonte di gioco e benessere. Deve crescere sempre più all’interno della nostra società la convinzione che l’attività sportiva costituisce un importante fattore di salute e benessere per i nostri figli. All’interno delle famiglie in cui si respira un’aria sportiva, determinata dal fatto che i genitori hanno una passione sportiva, attuale o passata diventa, quasi automatico per il bambino- ragazzo sentire il desiderio di emulare il proprio genitore.
Alla luce di questa premessa mi sono chiesta:lo sport ha ancora una valenza pedagogica –educativa?
La mia risposta è si se lo sport non viene considerato solo come apprendimento delle abilità motorie, ma anche un contesto di formazione pedagogica, affettiva-emotiva e relazionale con l’obiettivo non di formare solo un giocatore professionista ma un uomo capace di far riferimento a valori sportivi e sociali quali
la lealtà, il coraggio, lo spirito di squadra e di sacrificio, rispetto dell’altro e delle regole.
E ancora, lo sport insegna a dilazionare i desideri nel tempo, a tollerare la frustrazione, ad
accettare gli errori e ad imparare da questi, a diventare autonomi. Più in generale, potremmo riconoscere allo sport una funzione pedagogica- educativa, caratterizzata dall’interiorizzazione di regole e ruoli, dall’incremento delle capacità di apprendimento, di problem-solving e di controllo del comportamento.
Ma per far si che l’esperienza sportiva abbia un valore pedagogico educativo è necessario che gli allenatori siano dei modelli positivi, in quanto figura di riferimento affettivo e non soltanto sportivo che deve saper trasmettere al bambino-ragazzo dei significati e dei valori che andranno a influenzare tutto lo sviluppo psico-fisico.
L’allenatore deve insegnare lo sport: in-segna, segna dentro, lascia una traccia indelebile nei corpi e nei cuori dei ragazzi. Se l’allenatore è un educatore lo sport deve diventare il mezzo e non il fine del suo rapporto con i ragazzi. Ciò vuol dire che deve sapere che cosa significa insegnare: dunque , ha una metodologia di insegnamento, è preparato in merito all’allenamento, sa documentare e valutare, sa argomentare le proprie scelte ma soprattutto sa ascoltare i suoi ragazzi!
Pertanto affinchè l’esperienza sportiva sia formativa, è necessario che ci siano adulti in grado di essere testimoni di modelli positivi, attente guide e sostenitori, attenti alle fasi di sviluppo dei bambini- ragazzo, capaci di integrare allo stesso tempo l’atleta e la persona, pazienti nel non chiedere subito ciò che sarà possibile chiedere solo più tardi!
Dalila Da Lio
E in una società in cui l’aggressività, le difficoltà, che siano di vita o di lavoro, fanno parte del nostro quotidiano, lo sport, anche da adulti, è una liberazione, una formazione un’educazione continua. Aiuta a crescere, a mettersi in discussione, a liberare tensioni, ad andare avanti.
Concordo al 100% con te Laura!
Scusa il ritardo..
Ciao