IL RUGBY CHE VORREI..

Lasciamo liberi i giocatori di scegliere, osare, sbagliare! Sottolineo questo concetto evidenziando l’importanza della libertà di scegliere, di decidere, della creatività e della lettura del gioco. La neurofisiologia sostiene che la risposta motoria inconsapevole negli sport di squadra avviene in 150 millesecondi. Noi allenatori possiamo abbassare la R.M.I agendo sulla destrutturazione del gioco ( giocate e book ), liberando la nostra mente da troppe informazioni e concentrandoci sulla comprensione del gioco e sulla ricerca e utilizzo degli spazi liberi IN UN CONTESTO DI DISORDINE ORGANIZZATO..!

Riducendo il nozionismo di un gioco sempre più robotizzato, aiutiamo i giocatori nel sviluppare di più e meglio il senso/percezione, il riconoscere la situazione e, se riusciamo a farlo in un contesto integrato (tecnico-tattico-fisico-mentale) la crescita sarà visibile in poco tempo. Gli allenatori di rugby devono essere più coraggiosi, devono appoggiarsi su una filosofia di apertura del gioco, una filosofia basata sul piacere di esplorare i propri limiti in una visione di sfida globale.

Fare un passaggio spettacolare non sempre porta alla felicità, ma non c’è felicità senza azione!

 

Libertà e Fiducia nel Gioco

Il mio desiderio è promuovere un approccio al rugby che enfatizza la “libertà di divertirsi e di osare”. Secondo me, ogni giocatore deve sentirsi sicuro e fiducioso nel proprio ruolo. Questo approccio si distacca dall’attenzione eccessiva a mischie e touche, ponendo invece l’accento sul gioco rotto e sulla capacità di leggere rapidamente le situazioni di gioco. In un rugby moderno, dove la forza fisica è predominante, la capacità di pensare e reagire rapidamente può fare la differenza, anche per chi non eccelle nelle fasi statiche.

L’Utilità in Rapporto alla Palla e allo Spazio

Un principio chiave della mia filosofia è l’utilità in relazione alla palla e allo spazio. I giocatori devono sempre chiedersi: “Cosa devo fare per essere utile?” Questa mentalità contrasta con il comportamento di molti giocatori contemporanei, che si muovono come automi, privi di un vero principio tattico. Per me questo aspetto risulta fondamentale per il successo della squadra, per il piacere del gioco e per soddisfare una esigenza fondamentale per la motivazione: creare un movimento collaborativo, dove tutti sono protagonisti, dove l’intelligenza e la creatività sono al servizio del vero maestro del gioco: IL GIOCO STESSO..!!

La Necessità di un Cambiamento nel Rugby Moderno

La lettura dello spazio diventa cruciale proprio perché le difese sono sempre più organizzate. È necessario un cambiamento nelle regole per garantire la sicurezza dei giocatori e preservare l’essenza del gioco. 

Una proposta concreta e già in atto come la regolamentazione del divieto del placcaggio alto. Questa regola, assicurando che le braccia del placcatore siano ben chiuse e punendo severamente i placcaggi alti, ha portato una ventata di ossigeno per il gioco in attacco e per la sicurezza dei giocatori. La sperimentazione di una linea di placcaggio più bassa, integrando la regola con il divieto del raddoppio del placcaggio, potrebbero rappresentare un passo positivo verso un rugby più sicuro e piacevole da vedersi.

Dobbiamo offrire una visione alternativa e stimolante del gioco del rugby, che mette in risalto l’importanza della libertà decisionale, della creatività e della lettura del gioco. In un contesto sportivo sempre più fisico, è fondamentale trovare un equilibrio tra la forza e la strategia, garantendo al contempo la sicurezza dei giocatori.

Cari amici, il rugby è come la musica, non è matematica, è magia e capacità di emozionare ed emozionarsi, attraverso un’orchestra che suona all’unisono, rispettando l’armonia del “tempo” .

Sergio Zorzi

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