Sergio Zorzi:
Attenzione cari amici , il messaggio fuorviante e non certo positivo, che il rugby attuale può passare, si può tradurre in questa frase: con il rugby mi sistemo, riesco a mantenermi e poi a 35 anni vedremo, magari vivrò di rendita e al limite qualcosa sicuramente troverò..! Questa forma mentis, malata, distorta e molto pericolosa, è presente in molti sport. Ho molti amici calciatori che avevano grandi qualità e hanno giocato nei settori giovanili di grandi squadre di serie A , poi tutto ad un tratto , causa un’infortunio serio, causa un eccesso di presunzione e gonfiati da un sistema rigido, che non aspetta nessuno, che viaggia nell’esasperazione del profitto, si sono ritrovati catapultati nel mondo reale, con conseguenti problemi di inserimento nella Società. Ragazzi che a 27/28 anni vivono nella precarietà, e nell’assoluto bisogno di fiducia, visto che il sistema li ha annientati nel loro grande sogno: diventare il Ronaldo o il Messi della situazione.
Negli ultimi due mandati federali ho sentito parlare poco o perlomeno non in maniera incisiva, di rugby di base, di progetti formativi di qualità, di sviluppo delle persone, del futuro dei ragazzi dopo la carriera professionale (Zebre, Treviso) e soprattutto non sento parlare di un rugby sostenibile dove la parola professionismo deve essere sostituita dalla parola crescita, divertimento e futuro lavorativo post sport.. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi che il rugby è un mezzo non un fine, è un mezzo per poter studiare e magari pagarsi gli studi universitari, un mezzo per divertirsi, per fare conoscenze ed amicizie che dureranno tutta una vita, un mezzo per essere delle persone migliori, sicuramente non un mezzo per smettere di lavorare o di studiare!!
Gli ingredienti per un rugby sostenibile si traducono in queste tre priorità : Divertimento, semplicità, formazione.
DIVERTIMENTO
Ci siamo dimenticati che la motivazione principe che spinge i bambini, ragazzi e adulti, si adulti, anche i professionisti… è racchiusa in questa parola : DIVERTIMENTO. Divertirsi in partita, in allenamento, nel stare in gruppo e nella relazione con gli altri, lavorare per e con la squadra, assaporandone i pregi ed i difetti . Questa è l’essenza del giocatore di rugby e noi cari amici, dobbiamo ritrovare il piacere di arricchire la nostra anima con la più bella cosa che possa accadere in una squadra: “SENTIRE QUELLO CHE NON SI SENTE “..!
SEMPLICITA’ E SVILUPPO DELLA PERSONA
Sono stato fortunato, ho avuto allenatori di grande spessore tecnico, ma sopratutto umano, che mi hanno trasmesso il piacere del gioco attraverso questa bellissima parola : semplicità nell’essere, nel modo di comportarsi, nel rendere conto prima alla propria coscienza del proprio comportamento.
Dobbiamo altresì capire l’importanza della relazione empatica con i nostri atleti. Lavorare sulla loro e sulla”nostra” autostima, rinforzare, aiutare e qualche volta essere meno flessibili, essere più autorevoli. Ricordiamoci sempre che la mente di un ragazzo/bambino non si apre se prima non si è aperto il cuore...
Il tessuto sociale di cui il nostro sport deve abbeverarsi è un tessuto incentrato sull’individuo, sullo sviluppo sano e consapevole delle persone.
Ricordate : la semplicità è devastante !
FORMAZIONE
Non avremo mai giocatori di qualità senza curare la loro intelligenza. Dobbiamo formare i futuri giocatori su una metodologia che non limita il giocatore nella sua creatività, nel suo piacere al gioco, ma permette all’atleta di assaporare ogni singolo minuto del processo di apprendimento.
Dobbiamo insegnare agli educatori l’arte di animare, di creare piacere, adottando una programmazione dai 7 ai 14 anni incentrata su giochi polivalenti con e senza pallone. Il tutto in un’armonia integrata ad una esposizione semplice, chiara, dinamica e… DIVERTENTE.
RUGBY DI BASE
Cari amici del rugby, per il bene di questo fantastico sport e per il bene delle future generazioni vi esprimo con forza il mio pensiero:
ritorniamo sul pianeta terra e cominciamo dal rugby di base, formando/aiutando bene gli educatori, gli allenatori, i dirigenti, le Società, con l’intento di usare il rugby come veicolo sociale, come fonte di ispirazione per coinvolgere i giovani alla cultura del noi, al dialogo, alla speranza di costruire insieme, un mondo migliore.
Buon rugby
Sergio Zorzi
Bravo Sergio, parole sante e mio approccio per tantissimi anni.
Spero che la federazione ascolto e cambia il loro piano, ma non tenere tuo fiato!
Grazie del bellissimo “sostegno” Mike, ne abbiamo bisogno! Un caro saluto